Mattia, figlio di Roberta e Nicola, era un grande pittore.

Era un bambino speciale: forte, caparbio e con grande forza di volontà. Il suo percorso è stato piuttosto complicato ed ora che non c’è più, i genitori lo ricordano come un grande lottatore: anche nei giorni in cui faceva la chemio, Mattia voleva andare a scuola, poiché la paura di stare indietro con le lezioni gli recava più timore dei terribili effetti collaterali della terapia. In ospedale Mattia ha avuto anche l’occasione di conoscere Giulia, e insieme hanno fatto un bellissimo quadro che è stato presentato nel salone dei ‘500 a Firenze.

Da buon artista qual era, Mattia voleva sapere il colore di questa “pallina” che la mamma e il babbo dicevano che avesse in testa e perché fosse capitata a lui e non al fratello. La mamma di Giulia, Angela, ricorda Mattia come un bambino speciale e attaccato a Scooby Doo, il coraggioso cane che risolve i misteri: sulla maschera della radioterapia erano attaccati tantissimi adesivi di Scooby Doo e gli fecero persino una torta!

Mattia ha un gemello, che si chiama Niccolò, che ho avuto il piacere di intervistare. I genitori Roberta e Nicola, sanno il rapporto speciale che c’é tra due gemelli: erano molto legati e si aiutavano a vicenda. Niccolò stimolava molto Mattia e lo incitava a non mollare, ma di lottare strenuamente perché avrebbe vinto anche questa partita. Anche Roberta e Nicola ritengono di aver avuto un drastico cambiamento nella loro vita e per andare avanti serve una capacità di adattamento non indifferente e reagire subito, come hanno fatto.

La reazione è stata quasi immediata, di tutti e tre: anche Niccolò ha reagito e si è adattato subito, pur di stare accanto al fratello. Il processo di maturazione è avvenuto con velocità, forzato dagli eventi e dalla scomparsa del fratello. Mattia à molto più sensibile del fratello, e lo ha sempre aiutato, quando aveva difficoltà a parlare e a muoversi.

Roberta racconta che è stata fortunata ad avere dei figli così uniti, e che mentre giocavano si intendevano perfettamente, anche senza parlare. L’incontro con Iacopo è stato molto positivo ed ha capito che i dottori non fanno del male, anzi! Ha saputo infondere in lui energia e positività oltre alla tranquillità.

Andrea Pisano